Il Cammino di Francesco è un percorso di 80 chilometri che tocca i luoghi più importanti della storia del francescanesimo e permette di scoprire silenziosi sentieri tra i boschi e paesaggi spettacolari.
Un’avventura emozionante e facile, il volo sopra una zona fra le più adatte ai palloni aerostatici in Italia e in Europa, tra pascoli, vigneti, chiese barocche e gente incuriosita
Tale è da secoli la fama delle maioliche di Faenza che nel suo poema scherzoso «La Secchia Rapita» Alessandro Tassoni immaginava i cavalieri di Faenza protetti da armature di ceramica. Ma la città romagnola ha anche un bellissimo centro storico dove passeggiare fra palazzi ricchi di storia e di suggestioni letterarie
L’Isola di San Pietro è un posto che suscita simpatia ancor prima di metterci piede. Mentre il traghetto attraversa le poche miglia di mare che la separano dalla Sardegna, ti vedi venire incontro le palme allineate sul lungomare di Carloforte e, dietro, le casette bianche del paese. Appena più in là, le case si perdono nella macchia mediterranea che copre la collina. È un quadretto delizioso dove ogni cosa è al suo posto: mette di buon umore come una commedia di Billy Wilder.
Incastonato in una splendida baia dominata da un castello medievale, Lindos è un delizioso luogo di vacanza totale. Il villaggio dell’isola di Rodi, la principale del Dodecanneso, è frequentato da personaggi del bel mondo. Fra i più affezionati molti italiani, eredi delle grandi famiglie che dopo la caduta dell’impero ottomano si assicurarono la proprietà delle più belle ville turche.
È piccola. Piazza Vecchia è quello che nel linguaggio degli opuscoli turistici si definisce «uno spazio raccolto». Non è una di quelle ampie piazze dove si passeggia in continuazione. Sulla piazza Vecchia la gente sta ferma. Seduta ai tavolini dei bar o semplicemente in piedi chiacchierando a gruppi. Per le sue dimensioni, per la pavimentazione, per l’assenza totale di veicoli, più che una piazza cittadina sembra un patio, un salotto all’aperto. Ed è proprio di «salotto della città» che parlano orgogliosamente i bergamaschi riferendosi a piazza Vecchia. È un understatement, mentre lo dicono si capisce perfettamente che in realtà lì c’è molto più di un semplice locale di rappresentanza.
Lavanda. Due passi ed è il mirto a richiamare la tua attenzione. Prosegui ancora un poco e senti cantare un profumo di rosmarino. Un fischio improviso ti fa alzare lo sguardo alla ricerca del falco che vola alto nel cielo abbagliante; appena in tempo per sentirti avvolgere nella nuvola di ginestra odorosa portata dalla brezza che ti accarezza il viso con la delicatezza del più tenero amante.
Una passeggiata nella macchia mediterranea dell’isola d’Elba è così: una inebriante danza dei sensi, e non sai più a quale dare ascolto mentre olfatto, vista, udito e tatto richiamano la tua attenzione sulla festa di stimoli che ti circonda.
Ogni mattina piazza delle Erbe, piazza dei Frutti e piazza dei Signori si riempiono di bancarelle come un qualsiasi umile mercato rionale. Per i padovani queste tre aree contigue nel cuore del centro storico sono le Piazze per antonomasia: la principale strada di accesso a questo affascinante triangolo dove la storia si mescola con la quotidianità si chiama proprio così: semplicemente via delle Piazze. Sbuca nella più animata delle tre, la piazza delle Erbe. Il nome è un lapalissiano riferimento alla destinazione: qui nel Medioevo si compravano le verdure e gli aromi per la minestra.
A Loreto c’è una casupola di pietra. I suoi fragili muri sono protetti da un enorme scrigno di marmo scolpito. Lo scrigno di marmo è protetto dalla cupola di una grande basilica. La cupola è protetta dai bastioni della basilica. All’esterno possenti mura proteggono la basilica-fortezza. Le ripide pendici di una collina proteggono le mura. In mezzo, a cavallo fra interno ed esterno, una piazza mette in comunicazione la penombra mistica della basilica con la durezza guerriera delle mura.
Secondo uno dei più noti scrittori andalusi dei nostri giorni l’immagine che abbiamo di Siviglia non è altro che un’invenzione dei letterati romantici che riversarono sull’Andalusia il loro desiderio di esotico. E alla fine la suggestione è stata tanto forte che vi si sarebbero adeguati gli stessi sivigliani. Forse ha ragione, ma è così bello immergersi nelle atmosfere di una città che fa di tutto per piacerci, a partire dai coloratissimi riti della Settimana Santa e della festosa Feria de Abril.