Archivio 2005
Data di pubblicazione: 10 October 2005
Charles Baudelaire lo indicò «A capo della moderna scuola di paesaggio», Kandinsky definì i suoi dipinti «stati d’animo travestiti da forme naturali», Picasso si professava suo fiero ammiratore, Renoir lo considerò «il più grande paesaggista mai vissuto», capace di «rendere la natura con una realtà che nessun impressionista ha mai saputo raggiungere». Corot fu ammirato dai più lucidi e autorevoli intellettuali del suo tempo e fu punto di riferimento per generazioni di artisti.
«Interpreto con il cuore, tanto quanto con l'occhio». Così condensava la sua arte Jean-Baptiste Camille Corot che amò e studiò appassionatamente la realtà naturale e la figura umana fino a raggiungerne una conoscenza profonda e una assoluta padronanza tecnica. Nei bozzetti dipinti en plein air egli coglieva le forme naturali nella loro flagrante immediatezza: gli stagni e i boschi velati da nebbie argentate, i rilievi rocciosi e gli alberi secolari scolpiti dalla luce, le vestigia monumentali dell'architettura romana e gotica. Poi li trasfigurava poeticamente nelle composizioni che eseguiva nel suo studio, guidato dalle emozioni e dal ricordo.
Natura, emozione, ricordo sono appunto le coordinate tematiche di questa rassegna che ripercorre le tappe salienti della ricerca artistica di Corot e ci racconta la sua assoluta devozione alla realtà naturale della quale ci ha restituito una delle interpretazioni più squisitamente liriche.
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